Il Mulino ad acqua o idraulico
Se pensiamo al Medioevo come all’epoca di una vera e propria rivoluzione energetica è soprattutto per il grande sviluppo dei mulini, e principalmente dei mulini ad acqua o idraulici.
Visti oggi come qualcosa di poco più che folcloristico, i mulini idraulici sono stati per centinaia di anni una struttura fondamentale per svolgere una moltitudine di funzioni che in precedenza potevano essere svolte solo con la forza lavoro degli uomini.
L'albero a Camme
Visti oggi come qualcosa di poco più che folcloristico, i mulini idraulici sono stati per centinaia di anni una struttura fondamentale per svolgere una moltitudine di funzioni che in precedenza potevano essere svolte solo con la forza lavoro degli uomini.
L'albero a Camme
L'incremento dei mulini è stato un fenomeno tipico degli anni 1000, da poche decine di esemplari si passò ad alcune migliaia in breve tempo, tale incremento, fu determinato da uno dei pochi accorgimenti tecnici fondamentali inventati dai tecnici del medioevo, l’albero a camme.
Con gli ingranaggi, esistenti da lungo tempo già nell’antichità romana, si era tramesso il moto e se ne era modificato il piano, da orizzontale a verticale e viceversa; con l’albero a camme (un albero rotante che porta delle sporgenze) il moto veniva trasformato, da rotatorio continuo a rettilineo intermittente, e con questa modificazione il mulino poteva venire impiegato non più soltanto per schiacciare e macinare bensì anche per martellare e percuotere.
Questa nuova possibilità, permise di ottenere, dalla legna o dalla carbonella, temperature più elevate quindi ferro di migliore qualità e incremento della quantità, si iniziò a fabbricare i componenti dei mulini stessi in ferro e non più in legno, e quindi con una solidità ben diversa della struttura e una maggiore predisposizione della gente verso questo tipo di investimento.
Sviluppo
Con gli ingranaggi, esistenti da lungo tempo già nell’antichità romana, si era tramesso il moto e se ne era modificato il piano, da orizzontale a verticale e viceversa; con l’albero a camme (un albero rotante che porta delle sporgenze) il moto veniva trasformato, da rotatorio continuo a rettilineo intermittente, e con questa modificazione il mulino poteva venire impiegato non più soltanto per schiacciare e macinare bensì anche per martellare e percuotere.
Questa nuova possibilità, permise di ottenere, dalla legna o dalla carbonella, temperature più elevate quindi ferro di migliore qualità e incremento della quantità, si iniziò a fabbricare i componenti dei mulini stessi in ferro e non più in legno, e quindi con una solidità ben diversa della struttura e una maggiore predisposizione della gente verso questo tipo di investimento.
Sviluppo
L'albero a camme, voleva dire maggiore quantità di calore, temperature più alte, maggiore quantità di energia utilizzabile, mulini sempre più numerosi e potenti. Più energia si era impiegata, più energia si rendeva disponibile in poche parole quello che ancora oggi viene chiamato sviluppo.
a secondo delle esigenze, vennero costruiti mulini idraulici di tipi diversi: a ruota verticale e a ruota orizzontale, azionati per di sopra oppure per di sotto e ancora più svariati erano gli ingranaggi.
Perciò erano molto diversificati gli impieghi: in primo luogo si moltiplicarono gli impianti destinati alle funzioni più antiche, cioè al sollevamento dell’acqua per l’irrigazione, si diversificarono le preparazioni di alimenti, con mulini destinati alla macinazione non più soltanto dei cereali da panificazione, ma anche dei cereali da birra, della senape, forse dello zucchero di canna; ci furono mulini per affilare, mulini da tornio, da segheria, magli idraulici da siderurgia, mulini per la follatura dei tessuti, per la concia delle pelli, per la sfibratura della canapa, per filatura, per torcitura. In tutti questi settori produttivi, l’energia idraulica moltiplicò la produttività del lavoro.
Perciò erano molto diversificati gli impieghi: in primo luogo si moltiplicarono gli impianti destinati alle funzioni più antiche, cioè al sollevamento dell’acqua per l’irrigazione, si diversificarono le preparazioni di alimenti, con mulini destinati alla macinazione non più soltanto dei cereali da panificazione, ma anche dei cereali da birra, della senape, forse dello zucchero di canna; ci furono mulini per affilare, mulini da tornio, da segheria, magli idraulici da siderurgia, mulini per la follatura dei tessuti, per la concia delle pelli, per la sfibratura della canapa, per filatura, per torcitura. In tutti questi settori produttivi, l’energia idraulica moltiplicò la produttività del lavoro.
Nacquero professioni nuove, come quella di coloro che progettavano e costruivano i macchinari, vigilavano sul loro funzionamento e provvedevano alla riparazione e alla manutenzione.
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